Antonio Canova

vita e opere del grande scultore del Neoclassicismo





Letizia Ramolino Bonaparte

gesso, 1804, 150x138x65 marmo: Devonshire Collection - Chatsworth


Letizia Ramolino Bonaparte

Tra le numerose sculture, che rappresentano la famiglia imperiale, quella dedicata a Maria Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone, è stata esposta al Salon parigino del 1808.
Riscosse molto successo ma ricevette anche numerose critiche che la volevano pedissequamente copiata dalla celebre statua romana dell'Agrippina in Campidoglio.
Canova, quasi presagio delle critiche che avrebbero accompagnato l'opera al suo apparire, già nel 1806 scrisse a Quatremère de Quincy che «se io ho posato la mia figura presso a poco come la sposa di Germanico, non ci si troverà alcun'altra somiglianza, non solo nella testa e questo si intende, ma nel suo insieme, nell'acconciatura, nel movimento delle gambe, nel partito generale del panneggio, nelle proporzioni generali e nei più piccoli dettagli».
A rendere particolarmente gradevole il soggetto è infatti la studiata posa della donna, dalla veste riccamente drappeggiata, comodamente assisa su una sedia alla greca con cuscino.
La sedia poggia, a sua volta, su un tronco cavo mentre il capo della donna è reso frontale, le braccia sono conserte sul grembo e le gambe accavallate, creando una sensazione di naturalezza molto lontana dalla rigidità della statuaria classica.
Ciò che caratterizza la scultura è l’espressione viva, segnata dal tempo ma comunque di benessere e agiatezza, coinvolgente, che rivolge un sorriso d’intesa allo spettatore.
L'idea delle figure femminili sedute ebbe particolare fortuna nella produzione canoviana, trovando significativi esempi sia nelle steli funerarie che nelle opere a tutto tondo.
Per la sua realizzazione Canova attuò uno studio accurato attraverso disegni e bozzetti in argilla e gesso.
Fra queste ultime, meritano infatti una particolare menzione almeno i bozzetti in terracotta modellati rispettivamente per il ritratto de La principessina Leopoldina Esterhezy Liechtenstein e per la statua di Maria Luisa d'Asburgo come la Concordia.
Altri studi preparatori per queste e altre figure sedenti documentano le continue ricerche formali dell'artista il quale proiettava sulla scala monumentale delle tele i suoi primi 'pensieri' per valutarne poi l'effetto in vista dell'opera finita in marmo.
Fu commissionata da Letizia stessa quando si trovava a Roma nel 1804, attualmente il marmo si trova a Chatsworth, nella collezione del duca del Devonshire.

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