Antonio Canova

vita e opere del grande scultore del Neoclassicismo





Creugante e Damosseno


Creugante e Damosseno

Ai giochi Nemei, ovvero le competizioni che facevano incontrare ogni due anni nella polis di Nemea atleti da tutte le città della Grecia, gareggiarono i due protagonisti: Creugante da Durazzo e Damosseno di Siracusa.
Non essendo risultato un vincitore, fu deciso che ciascuno dei due antagonisti rimasti in gara potesse vibrare un solo colpo all’avversario e concludere così l’estenuante duello. Il primo sferrò un pugno, mentre questi, simulando di dare al rivale un colpo sulla testa, lo percosse con forza crudele al fianco, estraendogli le viscere e causandogli la morte.
Il colpo sleale venne punito con l’esilio dai giudici inorriditi, mentre allo sconfitto venne eretta una statua alla memoria nel tempio di Giove Liceo in Arcadia.
Creugante è ben piantato sulle gambe divaricate, tiene il braccio destro col pugno chiuso sopra la testa, aspettando il colpo dell'avversario. Quasi istintivamente si prepara alla risposta e gli presta il fianco.
Damosseno protegge il petto con il braccio sinistro, quasi voglia farsene scudo. La mano destra è aperta e protesa come una lama per sferrare il colpo mortale. Il suo aspetto è particolarmente brutale e aggressivo. Lo sguardo trasmette disumanità e ferocia; nel volto è disegnata un'espressione violenta, spietata e un manifesto odio.
Le statue sono realizzate secondo tensioni muscolari di notevole suggestione plastica, racchiudendo nella posa una decisa e scattante energia fisica e un’imponenza tipica degli atleti.
E’ percepibile, infatti, un compiaciuto desiderio di sfoggiare una scienza anatomica perfettamente acquisita, frutto di un quotidiano esercizio grafico a metà fra privato diletto e severa disciplina.
Ideati nello stesso periodo in cui lo scultore concepiva il gruppo di Ercole e Lica, i Pugilatori appartengono alla fase di massima tensione espressiva nella produzione di Canova, approdato a soluzioni inedite di eroismo e titanica celebrazione della forza.
Evitando ogni sospesa fissità d'azione, propria dell'arte classica, tentò di rappresentare l'atto istantaneo, sintetizzando in un'immagine sola una complessità concettuale e gestuale.
Calchi in gesso del Creugante furono inviati dall'artista alle principali accademie d'Europa perché gli intendenti e amatori di belle arti potessero ammirare e valutare, stando alle parole dello scultore, una sua «opera di più forte carattere, giacché non ne videro finora di uno stile dolce e delicato».
Concepito senza commissione, venne poi acquistato da Papa Pio VII nel 1801 per i Musei Vaticani (di qui l'iscrizione alla base «CVRA PII VII») per compensare il vuoto lasciato dai capolavori antichi portati in Francia dalle armate.
La statua di Damosseno, invece, fu commissionata dal governo pontificio dopo l'acquisto del suo compagno, per venire collocata al suo fianco nel 1806.

 

gesso, 1794
marmo: Musei Vaticani - Roma 

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