Antonio Canova

vita e opere del grande scultore del Neoclassicismo





Teseo in lotta con il Centauro

gesso, 1805, 340x372x152 marmo: Kunsthistorisches Museum - Vienna


Teseo in lotta con il Centauro

Il mito racconta le nozze tra i principi della Tessaglia, Piritoo e Ippodamia, dove furono invitati anche i Centauri.  Le nozze si svolsero allegre e festose, fino a che il più forte fra i Centauri, Euritione, riscaldato dal troppo vino, perse il controllo. La bestia si avventò sulla giovane sposa con l’intento di rapirla e innescando così il caos totale.
Teseo, amico degli sposi, intervenne prontamente cercando di liberare la sposa e fermare la pazzia che si era impadronita della mente dei Centauri, che nel frattempo avevano tentato di sequestrare tutte le donne presenti alla festa. Nacque così una lotta sanguinosa, che si concluse con la sconfitta e la messa in fuga dei Centauri.
L’imponente statua rappresenta il momento finale della lotta tra l’eroe della Tessaglia ed Euritone.
L’impavido uomo domina la bestia, la sovrasta, preme con la mano sinistra sulla sua gola, mentre con la destra impugna una poderosa clava, pronta a rovesciarsi sul nemico. Manca quest’ultimo colpo per esalare l'estremo respiro.
Il suo ginocchio preme sul petto, nel punto esatto dove finisce l’uomo e incomincia la bestia. Il mostro in questo momento è già accasciato, atterrato, sconfitto e Teseo lo guarda immobile, senza sdegno o pietà. Raccoglie le ultime forze negli zoccoli delle gambe posteriori, che invano cercano un punto di forza nel terreno, mentre quelle anteriori non sono ormai più in grado di rialzarsi.
Per esprimere con efficacia ed estremo realismo lo sforzo e la contrazione dei muscoli, Antonio Canova dovette ricorrere a numerosi modelli e studi sull'anatomia. Emblematica fu la decisione presa dall'artista di far uccidere un cavallo vero e utilizzarne la posa. Rivestendone il corpo con il gesso per creare la forma eseguì il lavoro il più verisimilmente possibile.
L'opera colossale fu commissionata nel 1804, per diecimila zecchini d'oro dalla Repubblica Italiana per dedicarla a Napoleone Bonaparte.
Esposta nello studio a Roma nel marzo 1821 fu acquistata successivamente dall'Imperatore Francesco I d'Austria per il Theseustemple nel Volksgarten a Vienna. Infine dal 1891 si trova nel Kunsthistorisches Museum.
Venne inoltre considerato da Quatremère de Quincy il capolavoro dello scultore: “Dovete, caro amico, fare di questo il vostro capo d’opera. Lasciate ogni altra impresa e finite con tutto il fiato questa gran faccenda”.

gesso, 1805, 340x372x152
marmo: Kunsthistorisches Museum - Vienna 

IMPORTO TOTALE:

PAGA CON PAYPAL